Descrizione dell'ultimo satellite meteorologico europeo della serie Meteosat che resterà operativo fino a tutto l'anno 2000
"Il Cybernauta", la rubrica mensile da cui è tratto il presente articolo, è stata pubblicata sulla rivista Nautica da Novembre 1995 (n. 403) fino ad Ottobre 2001 (n. 474) ed aveva come tema conduttore il rapporto tra la nautica, la meteorologia e la rete Internet. Considerata pertanto la materia in continua e frenetica evoluzione, alcune delle informazioni fornite possono risultare oggi obsolete ed andrebbero pertanto utilizzate soprattutto a fini storici.
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Il perché di tanto successo è facilmente spiegabile con l'immediatezza e la semplicità con cui tutti, anche i non addetti ai lavori, possono rendersi conto dell'evoluzione del tempo e farsi una propria previsione, come nel caso delle trasmissioni televisive dedicate alle previsioni del tempo che, proponendo soprattutto animazioni costruite con immagini satellitari, trasformano molti telespettatori in improvvisati meteorologi. Se si considera poi che la ricezione diretta da satellite non richiede eccessivi investimenti (addirittura è possibile dotarsi di impianti amatoriali), si spiega anche il proliferare in tutto il mondo di siti meteorologici che provvedono ad acquisire, rielaborare e rendere disponibili al pubblico in tempo reale le immagini trasmesse dai vari Meteosat, Goes, Gms, Goms, Noaa, ecc..
Naturalmente gli utenti italiani sono soprattutto interessati al satellite meteorologico europeo Meteosat e pertanto su questo argomento Nautica On Line sin dalla sua nascita, esattamente tre anni fa, ha messo a disposizione una dettagliata pagina che, secondo le statistiche del server, risulta essere tra le più visitate. Infatti quasi il 40% degli accessi alla nostra pur ampia sezione meteorologica si riferisce a tale pagina, a dimostrazione di un crescente interesse da parte degli utenti che rende indispensabile un aggiornamento su quanto ebbi modo di scrivere nel lontano febbraio 1996, quando nel numero 406 di questa rubrica mi occupai del satellite Meteosat-5.
Un anno fa, il 3 settembre 1997 alle 00:21 ora italiana, un vettore Ariane-4 lanciato dalla base di Kourou (Guiana francese) portava nello spazio il satellite Meteosat-7 sotto il controllo dell'ESOC (ESA's European Space Operations Centre). Cinque giorni dopo l'Eumetsat (il consorzio gestore cui partecipano 17 paesi europei) prendeva direttamente il controllo della missione, riuscendo a ricevere la prima immagine il 18 settembre 1997, a venti anni quindi dall'inizio del progetto Meteosat (il primo satellite della serie venne infatti lanciato nel novembre 1977).
Si tratta anche in questo caso di un satellite geostazionario (la sua velocità orbitale è uguale a quella di rotazione della Terra per cui rispetto ad essa risulta "fermo") posizionato a 36000 km di altezza sul Golfo di Guinea, esattamente all'intersezione fra l'Equatore e il meridiano di Greenwich (coordinate 0° N - 0° E). Si è dovuto però attendere fino al 3 giugno di quest'anno perché il nuovo satellite si posizionasse nel punto stabilito; contemporaneamente il "vecchio" Meteosat-6 veniva spostato in un orbita di "stand-by" (0° N - 10° W), pronto in ogni momento a riprendere servizio per qualunque necessità o evento si dovesse verificare. In precedenza (18 maggio 1998) l'ancor più vecchio Meteosat-5 era stato spostato sull'oceano Indiano (0° N - 63° E) per partecipare all'esperimento Indoex (Indian Ocean Experiment), una cooperazione tra Gran Bretagna, Francia, Germania, India, Olanda, Svezia e Stati Uniti per lo studio delle nuvole, della radiazione solare e dell'interazione tra gli agenti inquinanti dell'atmosfera. Nell'ambito di questo progetto sono ora disponibili nuove immagini dell'Oceano Indiano e Asia scaricabili direttamente dal sito dell'Eumetsat.
Le caratteristiche tecniche e le modalità operative del Meteosat-7 sono del tutto identiche a quelle del suo predecessore. Le immagini grezze (48 al giorno) sono ricevute dal centro di Darmstadt (Germania) dell'Eumetsat che le rielabora e le rispedisce quindi al satellite che provvede alla loro diffusione in tutto il mondo sui due canali a 1691 MHz e 1694.5 MHz. Il primo canale è riservato alle trasmissioni nel formato analogico Wefax (si tratta delle immagini disponibili su Internet od ottenibili con semplici ricevitori amatoriali) mentre il secondo canale è usato principalmente per le trasmissioni HRI (High Resolution Information) riservate ai servizi meteorologici nazionali e ad altri enti scientifici. Queste ultime, tranne quelle delle ore 00, 06, 12, 18 UTC, dal dicembre 1995 sono soggette a cifratura per cui è impossibile riceverle se non si possiede l'apposita chiave di decodifica fornita dall'Eumetsat previo accordo e contratto di licenza. Il secondo canale viene anche utilizzato per trasmettere alcune immagini in formato Wefax come ad esempio quelle provenienti da altri satelliti meteorologici geostazionari: Goes, Gms, Goms.
Dal sito dell'Eumetsat è possibile prelevare la tabella aggiornata dell'orario di trasmissione per ogni tipologia d'immagine nei formati testo, html e pdf.
Il Meteosat-7 dovrà restare operativo almeno fino a tutto l'anno 2000 quando prenderà il via il nuovo programma MSG (Meteosat Second Generation) la cui durata è prevista in circa 12 anni. Il progresso scientifico e l'aumento della precisione dei modelli numerici di previsione hanno reso necessaria una acquisizione di immagini dallo spazio più frequente e più dettagliata. Per rispondere a tali esigenze il MSG, che si presenterà simile alla generazione precedente per caratteristiche aeronautiche (spin-stabilised), avrà a bordo un nuovo radiometro in grado di produrre immagini ogni 15 minuti (ora la frequenza è di 30 minuti) su ben 12 canali spettrali diversi (attualmente i canali sono tre: IR, VIS e WV ovvero: infrarosso, visibile e vapore acqueo). La maggiore quantità e varietà di informazioni disponibili consentirà ai centri meteorologici di tutto il mondo la rapida previsione di fenomeni atmosferici pericolosi come temporali, nebbia e sviluppi esplosivi di piccole ma intense depressioni che possono condurre a devastanti tempeste di vento. Lo sviluppo tecnico del primo MSG è stato affidato all'ESA (European Space Agency) ed il primo lancio è previsto, come detto, entro l'anno 2000. Contemporaneamente verrà sviluppato un nuovo sistema a terra per sostituire quello attuale, basato sul centro di Darmstadt, sulla stazione primaria del Fucino e su quelle di Roma, di Bracknell (Gran Bretagna) e di Tolosa (Francia).
La nuova generazione di satelliti geostazionari non rappresenta l'unico impegno immediato per il consorzio Europeo che con l'EPS (Eumetsat Polar System) parteciperà insieme agli Stati Uniti al progetto Metop, una nuova famiglia di satelliti polari ovvero quelli che ruotano intorno alla Terra ad orbite estremamente basse, fornendo dettagli molto precisi delle componenti atmosferiche (cfr. numero 406, Meteosat). Il lancio del primo Metop-1 è previsto per l'anno 2003.
Tornerò sicuramente ad occuparmi delle immagini da satellite con particolare riguardo a quelli polari e, per il momento, buona visione da Nautica On Line.